Gli utensili da cucina che ci aiutano a rompere, tagliare, sminuzzare, tritare, snocciolare o macinare diventano improbabili “abitanti” di una piramide atzeca, riempiendo di vita e utilità un oggetto simbolico, un “contenitore di contenitori”, un monumento che si erge tra sacro e profano.
In sommità, una noce “sacrificale” celebra il momento della rottura elevandolo a gesto rituale.
Il rito dell’hot pot si rinnova da secoli sempre uguale a se stesso, arricchendosi talvolta di puntuali innovazioni che rendono il gusto di quel momento ancora più prezioso. Nasce così “Dinastia”, l’hot pot che si ispira direttamente al vaso Ding della Dinastia Shang, valorizzando in chiave contemporanea una tradizione fortunata. Nella storia e nella cultura cinese, infatti, il possesso di un antico Ding è spesso considerato segno di potere.
Il tagliere da soffritto che non ti toglie il sorriso
In questa terza versione il tagliere propone una serie di leggere conche che, all’occasione, si possono “allagare” in modo che la lama della mezzaluna, appena inumidita, annulli il potere lacrimogeno delle cipolle.
Pur nella sua semplicità è un tagliere ottimista, perché davvero ti “ruba” le lacrime!
Una texture a rilievo rimanda a sistemi di campi arati: è un disegno allegorico, un ordito che allude alle diverse lavorazioni della terra e che qui assume un valore anche funzionale.
Il bassorilievo, infatti, serve per incidere la superficie dei gnocchi e della pasta, donandogli “righe” personalizzate.
Un ceppo che accoglie i coltelli da formaggio è integrato al tagliere, ora “elevato” al rango di vassoio.
I singoli manici dei coltelli simulano ghiacciai d’alta quota, mentre “a valle” il grana si propone in frammenti pregiati tutti da assaporare.
Il tradizionale macinapepe appare a tratti celato alla vista, regalando però a “Déjà-vu” una forte carica evocativa: rimane come traccia, è “la coscienza” dell’oggetto che ci accompagna e ci rassicura.
Ne risulta un prodotto che dialoga con la contemporaneità senza perdere la memoria di sé.
Gli stampi dei biscotti danno forma ai più noti monumenti delle capitali europee, che diventano icone fuori scala all’interno di un quadretto-contenitore illustrato con la planimetria urbana.
Sono elementi riconoscibili di una mappa mentale probabilmente collettiva, momenti condivisi di incontro, orientamento e identità.
Un set da bar per una pausa caffè “che non fa una piega”
Un aeroplanino porta-bustine di zucchero e un uccellino porta-tovaglioli sembrano fermarsi quasi per caso sul tavolo, mentre un libro aperto con orecchio-promemoria cattura tra le sue pagine il menù del giorno.
Gli origami si pongono così “al servizio” di tutti i baristi che vogliono strappare un sorriso ai loro clienti, riportandoli con la memoria ai giochi di un tempo.
Un sistema da aperitivo per cibi in equilibrio spaziale e culinario
Un insieme di piatti con diverse possibilità di incastro e di assemblaggio, per costruire dei “castelli di portate” come fossero “castelli di carte”.
Aperitivi in verticale per tartine stratificate, architetture sempre diverse per cuochi che vogliono trovare la “forma” più congrua per i loro piatti.
Lo stuzzicadenti tradizionale si trasforma e offre nuove occasioni progettuali: per aperitivi anche esteticamente accattivanti, per chi ama godere contemporaneamente di più assaggi e per chi vuole coniugare gioco e cibo, divertimento e attesa.
Nascono così stuzzicadenti come “alberi”, supporti ramificati per un nuovo paesaggio di gusti, o pedine competitive di una scacchiera consumabile.
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