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Il progetto ragiona sul concetto di “anacronistica permanenza”: il tema della memoria, del ricordo, dell’eredità (culturale, concettuale, fisica) si manifesta qui in oggetti dal sapore antico ma dallo sguardo contemporaneo, che reinterpretano riti consolidati ma evidentemente desueti e ormai (almeno apparentemente) superflui. Il “servizio della nonna” che non riusciamo a buttare pur conservandolo in soffitta, ad esempio, diventa occasione per la definizione di nuovi oggetti, in cui l’impronta dei primi – traccia manifesta dei nostri ricordi latenti – offre inedite opportunità progettuali. E’ la memoria come “generatrice di errori”, è l’assenza che diventa funzione, è forse il vuoto che, ormai sedimentato, si offre a noi come matrice formale.


Una nuova frontiera nel settore delle porte blindate dal punto di vista tecnologico, estetico e funzionale. Andare oltre alla semplice sicurezza, pensando ad una nuova porta totalmente personalizzabile. Ogni elemento a vista diventa un possibile elemento d’arredo, facendo diventare la porta un protagonista e non una comparsa nella sceneggiatura delle nostre case! Nasce così dalla collaborazione tra Ghigos e Gardesa R EVO3 una rivoluzione nel mondo della sicurezza perché in solo 5,4 cm viene garantita totale sicurezza e comfort acustico e termico. Per dimensioni e personalizzazione R EVO3 può integrarsi nell’ambiente della casa come decidere di diventarne protagonista.Può scomparire e integrarsi completamente nella parete per diventare essa stessa un decoro e creare un effetto sorpresa. Una boiserie dal gusto contemporaneo in cui geometrie e materiali si mescolano per creare nuove frontiere visive. R EVO3 è l’unica porta personalizzabile in ogni elemento a vista.


Una sedia per rappresentare San Giacomo Maggiore…..Il pellegrinaggio come cammino, come percorso che conduce ad una meta a lungo inseguita o solo ambita, è un processo di elaborazione interiore. E’ un viaggio di ricerca, spirituale o culturale, una tensione verso ciò che è altro. Da qui una scala in cedro che metaforicamente tende all’infinito, dissolvendosi man mano non solo nella forma rastremata, ma anche nell’aspetto cromatico: il legno a vista sfuma nel bianco, come a perdere consistenza e preannunciare un passaggio ad un mondo sconosciuto.Sono gradini che, nella parte finale, collassano su se stessi, una dicotomia tra il terreno ed il divino, la rappresentazione dello sforzo nel “tendere verso”, ma anche del processo progettuale in sé, che spesso prevale sul prodotto finale trovando valore e giustificazione proprio nel suo crescere.

Una sedia, forse una scala, magari una libreria: ripercorrendo simbolicamente il Cammino di Compostela, questo oggetto permette ogni giorno metaforiche “scalate” via via sempre più vicine al cielo… lasciandoci in dono alla base, come monito e traccia indelebile, una biblica “riflessione”.

E sognò; ed ecco una scala appoggiata sulla terra, la cui cima toccava il cielo;ed ecco gli angeli di Dio, che salivano e scendevano per la scala.
Genesi (28, 12)

 


In occasione della Coppa Agostoni 2012, 66° edizione della gara ciclistica meglio conosciuta come Giro della Brianza, Ghigos viene chiamato a disegnare una delle tre coppe destinate ai vincitori.

Filo conduttore per tutti i trofei è il legno, materiale tanto caro al distretto della produzione di mobili della zona. E così, in un gioco di prospettive e punti di vista in continuo cambiamento, Ghigos ripropone una famosa ricerca di Fukuda realizzando un ciclista che, se ruotato, si svela come una poltrona. Una scultura mutevole, che cambia in base a come viene guardata, un omaggio al mondo dello sport ed al contempo alla produttività artigianale della Brianza.


Un’eredità che ti lascia spaesato: servizi con pezzi mancanti, oggetti spaiati ma ancora carichi di affettività, porcellane rotte o scheggiate ma che non sappiamo “abbandonare”… I ricordi di famiglia rimangono così intrappolati tra un passato denso di nostalgia e un futuro troppo incerto, che li relega di solito negli scaffali più inaccessibili! Con i “piani della memoria” tutti questi oggetti riscoprono invece una nuova vita e conquistano la loro “seconda possibilità”: un collante uniforme li accoglie, a volte li ingloba, altre volte li completa o ne rammenta le lacune con orme inequivocabili. Il servizio così si ricompone metaforicamente e i vari pezzi ritrovano una “dignità” (e un uso) che sembravano perduti. Questi “piani della memoria”, che ognuno può costruirsi a partire dagli oggetti che più ama, cristallizzano così un passato a noi caro, ricordandoci quell’attimo fuggito: sono “bevute in compagnia” di cui apprezziamo ancora l’aroma, sono “memorie di una pausa caffé in famiglia”, o forse è quella “litigata storica” con successiva riconquista e definitiva “promessa d’amore”!


Un set da condimento “indeterminato”

Un set olio-aceto-sale-pepe che finalmente, nella sua provocatoria “indeterminatezza”, potrà accogliere al suo interno ciò che ognuno più desidera portare in tavola.
Ecco così un set che si propone come “un’opera aperta”: flessibile, componibile, facilmente personalizzabile e implementabile, che potrà adattarsi ad ospitare contenitori dalle forme e dalle dimensioni disparate, per commensali davvero esigenti («formaggiera o olio piccante?», «no grazie, preferisco aceto balsamico e pepe bianco, ma con un tocco di origano e olio aromatizzato!»).

Generoso nel contenuto, pur nella sua versatilità il prodotto assume una chiara identità formale.
Sarà il Duomo che celebra il prodotto storico dell’azienda alludendo a una coppia di sposi sull’altare, o forse una foresta che protegge tra le sue fronde le oliere più contemporanee: il set appare comunque riconoscibile nella sue molteplici sfaccettature funzionali, estetiche e comunicative.


Un set da condimento “indeterminato”

Un set olio-aceto-sale-pepe che finalmente, nella sua provocatoria “indeterminatezza”, potrà accogliere al suo interno ciò che ognuno più desidera portare in tavola.
Ecco così un set che si propone come “un’opera aperta”: flessibile, componibile, facilmente personalizzabile e implementabile, che potrà adattarsi ad ospitare contenitori dalle forme e dalle dimensioni disparate, per commensali davvero esigenti («formaggiera o olio piccante?», «no grazie, preferisco aceto balsamico e pepe bianco, ma con un tocco di origano e olio aromatizzato!»).

Generoso nel contenuto, pur nella sua versatilità il prodotto assume una chiara identità formale.
Sarà il Duomo che celebra il prodotto storico dell’azienda alludendo a una coppia di sposi sull’altare, o forse una foresta che protegge tra le sue fronde le oliere più contemporanee: il set appare comunque riconoscibile nella sue molteplici sfaccettature funzionali, estetiche e comunicative.


“Tradizioni in dissolvenza” al servizio della prima colazione Caffettiera, monta-latte, monta-caffé e macina-caffé ammiccano l’un l’altro tramite una grafica coordinata. Il bianco ricopre gli oggetti astraendoli fuori dal tempo, mentre i decori che fanno riemergere l’alluminio sottostante ci riportano alla tradizione della Moka; anche la forma rievoca il predecessore più illustre, “sfumando” però verso una linea contemporanea: é il passato prossimo che ancora si specchia in questi prodotti, lasciando traccia di sé.


Set di cornici per momenti indimenticabili

Dal latino re-cordis, ricordare o “ripassare dalle parti del cuore”, il set di cornici porta-foto ci permette di regalare un pensiero e fermare quell’attimo. Sono una famiglia di oggetti iconici che accompagneranno le nostre giornate e animeranno le nostre case… tra “storie di famiglia” e “ricordi in compagnia”, coccolando “i piccoli di casa” e sorridendo ancora per quei “ricordi da paura”, senza farne una “questione di particolari”, ma sempre “con la testa tra le nuvole”!


Il batticarne più “classico”

Un batticarne dalla presa possente e il richiamo aulico: è una tradizionale colonna in stile ionico che entra in cucina quasi per gioco, mescolando storia antica a sapori contemporanei. Le “lezione” storica che ci regala sarà necessariamente pesante nel risultato, ma certamente leggera nello spirito!



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