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12 figure emblematiche di questi giorni, 12 nuovi eroi quotidiani, 12 Santi contemporanei delle ORE DIFFICILI.

Piccoli omaggi da inviare ad amici, parenti, conoscenti come forma di ringraziamento per il loro stra-ORDINARIO lavoro.

Progetto scaricabile gratuitamente da Saloon Milano:
www.saloonmilano.org/portfolio-item/santini-delle-ore-difficili/


“Nina” si presenta come una coreografia astratta scomposta e poi ricomposta in piani paralleli; è un lare che si rende protagonista di ogni nuova festa celebrativa.

Frame di un contemporaneo “balletto triadico”, è una danzatrice congelata in piani trasparenti che conserva nella sua struttura una pluralità di ossimori: è libertà emotiva e rigidità corporea, è stasi e movimento; è una stratificazione di scene da traguardare; è un omaggio al passato e un souvenir per il futuro.

È un lare innamorato, o forse un lare trafitto al cuore.


Tra un design fatto “di sorprese” e un design fatto “per sorprendere”.

Un distributore automatico di progetti a disposizione dei visitatori della mostra, promuove la rivisitazione del gadget, che qui diventa “d’autore”: è la dimostrazione dell’utilità dell’inutile, il manifesto della gioiosa necessità del superfluo…Il dispenser distribuisce “progetti in 10 cm” realizzati da designer e architetti, progettisti dai più diversi percorsi culturali che hanno deciso di giocare con noi, semplificando, togliendo e riducendo: 100 palline saranno così distribuite attraverso il classico dispenser da bar, che attrae adulti e bambini affascinandoli e portandoli in un mondo di piccoli grandi tesori.


Il Natale secondo ….
C’è chi è più architetto, chi più designer, oppure chi ha solo molto creatività…
Ghigos presenta la collezione di Natale realizzata dall’invito fatto a numerosi amici progettisti che hanno portato le loro idee!
Qual è il tuo Natale?


Il design della tavola è una mise en place realizzata facendo tagliare degli scarti di marmette. I naturali resti delle lavorazioni lapidee offrono nuove opportunità funzionali, oltre che estetiche: semplicemente ri-assemblandoli e osservandoli con curiosità, senza preconcetti, si dona loro una nuova vita da spendere in un contesto differente.
In un’ottica di piena sostenibilità, infatti, un rifiuto ad oggi inutilizzato si presta facilmente per nuove reinterpretazioni che immaginiamo tutte legate alla sfera domestica. E’ così possibile ridonare dignità di prodotto finito ad un residuo di solito trascurato.
Letteralmente l’autoproduzione, intesa come produzione spontanea ed automatica, qui esprime la sua più intima natura: è la produzione tradizionale che, quasi senza filtro estetico o funzionale, “costruisce” i singoli pezzi di pietra da cui ripartire, ma è lo sguardo del designer che ne intuisce il “futuro” tratteggiando oggetti quotidiani, appoggiandosi alla maestria artigianale dell’azienda produttrice.


L’arte della tavola è una mise en place realizzata facendo tagliare un blocco di scarto di carotaggio. I naturali resti delle lavorazioni lapidee offrono nuove opportunità funzionali, oltre che estetiche: semplicemente ri-assemblandoli e osservandoli con curiosità, senza preconcetti, si dona loro una nuova vita da spendere in un contesto differente.
In un’ottica di piena sostenibilità, infatti, un rifiuto ad oggi inutilizzato si presta facilmente per nuove reinterpretazioni che immaginiamo tutte legate alla sfera domestica. E’ così possibile ridonare dignità di prodotto finito ad un residuo di solito trascurato.
Letteralmente l’autoproduzione, intesa come produzione spontanea ed automatica, qui esprime la sua più intima natura: è la produzione tradizionale che, quasi senza filtro estetico o funzionale, “costruisce” i singoli pezzi di pietra da cui ripartire, ma è lo sguardo del designer che ne intuisce il “futuro” tratteggiando oggetti quotidiani, appoggiandosi alla maestria artigianale dell’azienda produttrice.


Variazioni 2.0, un omaggio ad Angelo Mangiarotti le cui forme derivano però da funzionali operazioni di carotaggio.

I naturali resti delle lavorazioni lapidee offrono nuove opportunità funzionali, oltre che estetiche: semplicemente ri-assemblandoli e osservandoli con curiosità, senza preconcetti, si dona loro una nuova vita da spendere in un contesto differente.
In un’ottica di piena sostenibilità, infatti, un rifiuto ad oggi inutilizzato si presta facilmente per nuove reinterpretazioni che immaginiamo tutte legate alla sfera domestica. E’ così possibile ridonare dignità di prodotto finito ad un residuo di solito trascurato.
Letteralmente l’autoproduzione, intesa come produzione spontanea ed automatica, qui esprime la sua più intima natura: è la produzione tradizionale che, quasi senza filtro estetico o funzionale, “costruisce” i singoli pezzi di pietra da cui ripartire, ma è lo sguardo del designer che ne intuisce il “futuro” tratteggiando oggetti quotidiani, appoggiandosi alla maestria artigianale dell’azienda produttrice.


I semplici scarti del carotaggio diventano un sistema si candelabri di altezza e materiali diversi. I naturali resti delle lavorazioni lapidee offrono nuove opportunità funzionali, oltre che estetiche: semplicemente ri-assemblandoli e osservandoli con curiosità, senza preconcetti, si dona loro una nuova vita da spendere in un contesto differente.
In un’ottica di piena sostenibilità, infatti, un rifiuto ad oggi inutilizzato si presta facilmente per nuove reinterpretazioni che immaginiamo tutte legate alla sfera domestica. E’ così possibile ridonare dignità di prodotto finito ad un residuo di solito trascurato.
Letteralmente l’autoproduzione, intesa come produzione spontanea ed automatica, qui esprime la sua più intima natura: è la produzione tradizionale che, quasi senza filtro estetico o funzionale, “costruisce” i singoli pezzi di pietra da cui ripartire, ma è lo sguardo del designer che ne intuisce il “futuro” tratteggiando oggetti quotidiani, appoggiandosi alla maestria artigianale dell’azienda produttrice.


Una collezione di ventagli con inserti materici e decorativi estranianti, che stupiscono con anomalie inaspettate, in grado di rileggere con occhi contemporanei un simbolo della tradizione nonché un souvenir distribuito nella prima Esposizione Universale della storia. Perché tutto torna…


Sette giardini incantati, sette mondi fantastici restituiti in paesaggi a volte onirici, surreali, ironici o concettuali… oggetti tra arte e design, realizzati in dieci copie numerate con materiali apparentemente poveri, ma che si riveleranno unici e preziosi per chi li saprà ascoltare.
Progetto realizzato da recycled stones con la collaborazione dell’artista Matthew Broussard.



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