Biblioteca a Monza

Dato l’edificio, lo sviluppo architettonico della biblioteca punta per lo più su un restauro volto a conservare e salvaguardare la struttura esterna esistente ed alcuni interni a volte di grande pregio. Nella ripartizione interna degli spazi invece, si è operato per rispondere al meglio alle svariate necessità e consentire una corretta vivibilità di ogni area. La dislocazione degli ambienti segue una logica legata alla teoria del silenzio affinchè in ogni spazio venga garantito il corretto rapporto tra l’attività e le condizioni ambientali necessarie. Alcuni concetti essenziali perseguiti sono: la facilitazione dell’ingresso e dell’attraversamento interno per consentire libertà e spontaneità d’uso; la rimodulazione degli spazi interni lavorando su nuove o esistenti qualità architettoniche; l’identificazione degli ambienti in modo tale che il complesso divenga un unico contenitore neutro al cui interno si riconoscano spazi altamente qualificati. L’elemento della libreria è un arredo che fuoriesce dal salotto della Teca e invade la città ospitando la pubblicità degli eventi e suggerisce, come un marketing virale, una rete spontanea di book crossing. Le proiezioni sull’edificio consentono di intervenire in modo reversibile sulla pelle della Teca, tramutandola in un medium essa stessa, pronta a meravigliare ed informare. La facciata, dunque, diviene un display in tutte le accezioni del termine, per usi informativi ed artistici: un’architettura effimera ma fortemente comunicativa.

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