Biblioteca dell’arte
Come si può mettere l’arte contemporanea in ordine alfabetico? E’ possibile archiviarla?
E se fosse davvero possibile, come raccontarla al pubblico di una mostra?
Forse pensando ad un allestimento che in realtà è un po’ anche un archivio, certo un archivio speciale, quasi un’opera nelle opere che permette di avvicinarsi all’arte in una maniera diversa.
E’ un archivio aperto, “generoso”, in cui rivivere un’esperienza didattica secondo percorsi di studio propri, da reinventare ogni volta con materiali diversi.
E’ così che in una biblioteca senza tempo si mettono in scena la storia dell’archivio Docva e gli intenti del museo Maxxi, in un dualismo tra contemporaneo e tradizionale che diventa una delle chiavi di lettura dello spazio.
Questa fusione diventa anche un segno grafico: una scritta di grandi dimensioni in anamorfosi occupa la parte inferiore della sala, ma solo dall’ingresso la si potrà infatti leggere nella sua interezza, perché da tutti gli altri punti di vista,dai tavoli come dal bancone, le porzioni del testo sembrano singoli frammenti grafici, decori spaziali solo apparentemente destituiti di significato.