Diritto d’Autori
La mostra “Diritto d’Autori… il diritto a un ricordo… il dovere di un omaggio” si è tenuta dal 20 novembre al 20 dicembre 2001 nello spazio Patio della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano (Campus Leonardo).
L’avvenimento è stato pensato con la finalità di raccontare “istantanee di vita” di nove architetti, che hanno svolto attività didattica all’interno della Facoltà di Architettura, a cavallo degli anni Sessanta e Settanta.
Franco Albini, Piero Bottoni, Carlo De Carli, Gio Ponti, Ernesto Nathan Rogers, Aldo Rossi, Giacomo Scarpini, Vittoriano Viganò, Marco Zanuso hanno contribuito a fare grande la scuola d’Architettura di Milano ed è a questi che abbiamo dedicato un’esposizione fotografica collocata nel perimetro del Patio della Facoltà di Architettura… sono loro che sentiamo come “pilastri” della nostra formazione.
Questa mostra voleva essere uno spunto ed insieme uno stimolo di riflessione.
Non era assolutamente pensabile poter raccontare in un pannello l’intera opera di questi maestri, quindi ci siamo concentrati sul loro aspetto “personale”, cercando di mostrare l’uomo, prima ancora dell’architetto.
Raccontando qualcosa di loro. Con immagini e con frasi, magari con testimonianze di qualcuno che a loro è stato vicino, osservazioni che fossero punti di partenza o di approfondimento, per iniziare a conoscere o per avere un altro punto di vista.
Volevamo che fosse una sorta di invito ad approfondire la conoscenza di questi “maestri”.
I nove docenti hanno fatto parte di un periodo “caldo”, per lÕItalia e per la Facoltà di Architettura di Milano: erano gli anni della contestazione e dell’occupazione studentesca; in un periodo così particolare gli studenti a sorpresa si sono scoperti come il 10° maestro di una storia che sembra cosi lontano, ma anche così vicino.
Anche a quegli studenti è stato rivolto il nostro sguardo attraverso immagini inedite riportate su cartoline.
L’allestimento ha previsto il posizionamento di nove pannelli avvolgenti (a forma di “C”) addossati ai nove pilastri del Patio, identificando così una sorta di corrispondenza tra i pilastri stessi e i “maestri” illustrati.
Altro elemento peculiare che ha caratterizzato l’allestimento era la parete che “segnava” il cammino ed indirizzava così la lettura della mostra; essa simbolicamente materializzava il “decimo maestro”: proprio gli studenti della contestazione.
La parete, posizionata sui gradini in modo da seguirne l’andamento con una particolare attenzione per il sistema di appoggio, definiva al contempo l’ingresso e l’uscita della mostra; il fatto poi che essa fosse l’unico elemento inclinato all’interno della maglia ortogonale progettata da Vittoriano Viganò nel suo famoso “giardino di pietra” la rendeva subito identificabile.
Proprio su questa parete sono state posizionate le cartoline con le immagini dell’occupazione ed i manifesti del movimento studentesco, così che esse, per chi le avesse volute prendere e conservare, potessero rimanere come regalo, ma soprattutto come ricordo di una speranza che non sa tramontare.