BiSogno

Il titolo scelto per il progetto è già di per sè indicativo del duplice obiettivo che si è perseguito: un bagno che sia flessibile, in grado di rispondere alle più diverse (ed inusuali) esigenze quotidiane degli utenti, ma anche un ambiente che sia consono al loro stato d’animo, che cioè ne “rispecchi” e ne “rispetti” le emozioni e i sogni.
Per questi motivi abbiamo progettato uno spazio non dedicato, ma aperto alle più svariate attività, un bagno che non sia più un semplice – quanto riduttivo – “spazio di servizio”, ma si trasformi in un vero e proprio “ambiente di vita”. Si assiste così al capovolgimento del paradigma che tradizionalmente accompagna i servizi occidentali, luoghi del privato per antonomasia, del pudore che diventa isolamento, e che invece si scoprono poter essere anche aree di divertimento, di pausa e di relax, di studio, di piacere, di meditazione; di intimità, ma, perchè no, anche di socializzazione o di lavoro, insomma “luoghi per comunicare”… di riscoperta “del sé” piuttosto che “degli altri”. Ecco dunque che si configura un bagno “a tutte le ore” e per tutta la famiglia. Un bagno “per emozionare” ed in grado di “ascoltare le emozioni” attraverso pareti-schermo sempre diverse, attraverso un albero che all’interno di un cristallo si staglia nel centro della stanza ed induce un costante rapportarsi col mondo naturale, mentre una “finestra sul cielo” si apre e sembra far “indietreggiare” la muratura concedendo ulteriore spazio al cristallo che svetta oltre la stanza: è un soffitto che regala spazio all’infinito, un cielo che “in punta di piedi” entra letteralmente nella stanza. In contrapposizione alle linee dure del cristallo centrale il pavimento si sviluppa come un’ “ipersuperficie”, diventando un manto avvolgente che accoglie gli ospiti. Alla doccia “tradizionale” si contrappone infine una doccia “naturale”: una vera e propria pioggia che entra nella stanza dallo squarcio nel soffitto. Una pioggia benefica e salutare che scorre lungo il cristallo regalandoci nuove tattilità, nuovi giochi di luce, nuovi effetti cromatici, nuove sensazioni, in una ritrovata empatia col mondo. In questo ambiente esoterico due delle quattro pareti sono completamente trasformate in monitor LCD. Sono pareti digitali che si relazionano alla finestra che si affaccia sull’esterno, restituendone frammenti, in un continuo gioco tra reale e virtuale: a volte le pareti-schermi e la parete-finestra si contrappongno, altre volte creano invece un’ambigua “continuità illusoria” perchè fondono (e confondono) paesaggi che quotidianamente ci circondano: dove sfuma la fantasia e dove inizia la realtà?

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