Fata Morgana

Rimanere con i piedi per terra e la testa tra le nuvole, vagare in una dimensione onirica per scoprire che, invece, questa volta è davvero un “sogno ad occhi aperti”…

Tutto il progetto gioca sulla metafora dell’illusione, del paradosso e dell’incongruenza, che qui prendono forma e si concretizzano in una visione fantastica e ludica. Un’oasi urbana eterea ed estraniante, una pausa ludica nel frenetico ritmo cittadino.

Per chi ci sa credere e lo vuole vedere, un vero miraggio metropolitano. E’ un sistema di piattaforme lignee che si compenetrano o si distaccano l’una dall’altra, creando un grande “palco attrezzato” da vivere a tutte le ore, su cui sedersi o coricarsi, da attraversare o da “sfidare”.

Sono platee a specchio che riflettono il cielo, sono cuscini di verde, in cui sprofondare col naso all’insù avvolti in un inebriante profumo di menta e sono panchine come spartiti musicali, che si distendono nello spazio e si “arrampicano” verso il cielo. Il tema del paradosso prende forma in particolare nelle due grandi piattaforme “sospese” nel vuoto ad oltre 3 m di altezza, apparentemente sorrette unicamente da getti d’acqua.

Da lontano il sistema è interpretato come un “miraggio metropolitano”, i getti d’acqua assecondano un programma predeterminato, creando un “calendario di eventi nebulizzati”: sono talvolta getti concentrati come pilastri; sono improvvisamente spruzzi a diverse altezze ma sono anche “muri d’acqua” temporanei che creano quasi una stanza appartata.

In questa “casa sotto la foglia” l’uso diventa rito, all’insegna di una nuova “metodologia dello stare”. E’ una “macchina scenica” per un coinvolgimento sia fisico che emotivo; è un luogo per appartarsi, riposarsi o semplicemente in cui liberare la mente. E’, in sintesi, un perdersi piacevole tra le pieghe del surreale.

Per altri sarà forse un’interpretazione in chiave contemporanea della tradizionale fontana, qui capovolta nei suoi codici formali… ma la sua essenza “sopravvive” al ribaltamento, così come il suo ruolo quasi magico di controparte che accoglie, conserva e (forse) esaudisce i nostri desideri, usualmente impressi in semplici monetine gettate nell’acqua con il cuore in gola.

Il rito è ovviamente rivisto e “capovolto”: ora la classica moneta viene lanciata in aria così che alzando gli occhi al cielo, il tradizionale “tappeto” di spiccioli si riscopre nell’inedita veste di decoro superficiale che “disegna” il soffitto.

Sono i nostri sogni regalati al cielo, ma sono anche i sogni di Roma che paiono fluttuare a mezz’aria, in attesa di prendere il volo…

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