Fast architecture

Fast architecture è un campo temporaneo che nasce spontaneamente e la cui energia si gioca nelle relazioni, nella possibilità di trasformarsi e di comunicare “progettualità”. E’ un’esposizione i cui contenuti vengono messi a confronto in un gioco di trasparenze plastificate. “Edifici-contenitore” fatti a loro volta di contenitori. Taniche che diventano mattoni e creano pareti leggere ad interfaccia programmabile. E’ una costruzione che può crescere e allargarsi all’infinito, qui nella forma di un padiglione che ha ospitato i lavori realizzati durante i “workshow” di NABA al Salone del Mobile 2006 e che è stato poi autogestito dagli studenti, per iniziative in continuo divenire.
Questi “contenitori di servizio” sono rimasti così “al servizio” di nuove idee ed erano sempre gli studenti a detenerne le semplici “istruzioni per l’uso”: istruzioni per trasformare la città, esporre se stessi, o comunicare se stessi trasformando la città…
Si propongono in questo modo strumenti per “composizioni urbane” tra l’arredo e il gioco, che possono essere utilizzate e riconfigurate a piacimento: sono “cellule” di Naba che nascono liberamente e possono reinventarsi, riadattarsi, rimpicciolirsi, ingrandirsi, per poi cominciare a vagare per il Fuori Salone. Intanto si credono con ingenuo compiacimento un arredo urbano “interattivo”, che trasforma lo spazio in un invasivo playground pronto a proporre nuovi contenuti, a conquistare altri luoghi nella metropoli, riciclandosi fin nei suoi angoli più residui…Perchè in fondo… se gli oggetti vanno utilizzati, perchè limitarne l’utilizzo? Se l’edificio-oggetto è una soluzione, l’edificio di oggetti è una rivoluzione!

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