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Una tavoletta di cioccolato che soddisfa ogni “assaggio”: per il goloso, che vuole appropriarsi in una sola volta di un grande trancio; per il ritroso e l’indeciso, che amano assaporare piccoli pezzi uno alla volta, seppur magari all’infinito; per il godurioso, che si diverte a scegliere ogni volta forme diverse, perché il cibo è anche gioco e passione. Divertimento e svago.
Perché il gusto non è a moduli: ogni assaggio è diverso dall’altro.
Una tavoletta che appaga anche la vista, perché la trama delle sue scanalature crea una sorta di quadro, forse uno shangai che è caduto mentre la mamma cucinava, per altri “semplicemente” un omaggio a Daniel Libeskind e Toyo Ito (così, forse, sarà contento anche Carême… )
Così con allegria un triangolo, un quadrilatero o un esagono si alternano, creano forme strane, mentre altre ancora più impreviste le può determinare il singolo fruitore. Il profilo diventa spontaneamente frastagliato, assumendo configurazioni sempre diverse: è l’uomo che ad ogni assaggio crea una nuova tavoletta, secondo un gioco di cui lui stabilisce “di morso in morso” le regole.
.… una tavoletta di cioccolato che non rinuncia al gusto, ma fa diventare il gesto dello spezzettare il cioccolato un gioco, un imprevisto, quasi un rito…